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Cultura fisica e alimentare: quello che manca nella nostra società

Viviamo in un’era ad altissima tecnologia, dove tutto scorre e si trasforma velocemente; anche la vittoria si misura in millesimi di secondi. Ovviamente anche l’uomo, per migliorare e mantenere la forma fisica e la massima prestazione atletica, deve adeguarsi alle moderne necessità alimentari, arrivando anche, laddove necessario, ad integrare la dieta con una corretta supplementazione, attenta alle esigenze dell’organismo.

Ciò che da sempre sta dietro alla cultura fisica, è senza dubbio il piacere di ammirare un bel corpo dal punto vista estetico e di conseguenza, porsi un obiettivo in tal senso, diventa la prerogativa di molti.

In realtà poi, a tal proposito, accade spesso che nascano discussioni su come dovrebbe o non dovrebbe essere un “corpo perfetto”. Tuttavia, bisogna pur sempre tenere presente che questo è un discorso troppo soggettivo, poiché dipende anche da quelli che sono i propri canoni di bellezza “ideali”, che ovviamente, potranno non essere uguali per tutti.

In ogni caso, obiettivamente, tralasciando il discorso doping, dove ovviamente tutti dovrebbero puntare allo sport pulito e preservare la propria salute, osservando questa foto che ritrae il grande Arnold Schwarzenegger, in compagnia di una giovane e bella Joyce Gibson, nel pieno della Golden Age (anni ’70), non si potrà fare a meno che apprezzare due corpi che suscitano, a loro modo, una forma di arte.

Per quanto mi riguarda, i fisici del bobybuilding Old School, rimarranno sempre di gran lunga i più belli da osservare. Nulla a che vedere con i culturisti dell’epoca moderna, che sono molto più vicini al modello “Freak”.

Un cultura di origini antiche

Fin dall’antichità, l’uomo è stato influenzato e attirato dall’immagine del fisico scolpito, forte, armonioso, simmetrico, frutto di attività fisica e duro allenamento. La cultura greca attribuiva un’importanza alla fisicità di gran lunga superiore a quella della nostra epoca.

Basti pensare anche alle sculture greche che raffiguravano corpi armoniosi con proporzioni perfette. Mi vengono in mente in primis quelle di Policleto (il Doriforo e il Discoforo tra le più conosciute), una delle massime figure della scultura greca del periodo classico, dalla quale dipende gran parte della scultura greca del secolo successivo. O forse sarebbe più corretto dire, a lui attribuite, poiché molte sono state le copie rinvenute nel corso della storia, anche in epoche successive.

L’educazione del corpo, le gare, le sfide, erano incoraggiate non solo per rendere i giovani forti e pronti alla guerra, ma anche per dare loro la forza di sostenere le fatiche e le contrarietà della vita: forza del corpo e forza dello spirito. E qui trova perfetta connotazione la famosa citazione di Giovenale, poi divenuta un vero e proprio motto:

Mens sana in corpore sano

Per i Greci, educazione fisica ed educazione intellettuale erano considerate allo stesso livello, non erano l’una alternativa dell’altra, ma complementari, per raggiungere la perfezione umana.

Cultura fisica, sport, salute: dimenticati o inesistenti

Ma il concetto di cultura fisica non deve limitarsi ad un lato solamente estetico, poiché un corpo con una buona percentuale di massa muscolare, è un corpo più sano, con un metabolismo più attivo, con tutte le principali funzioni biologiche migliorate. Ormai credo di aver perso il conto delle volte in cui ho cercato di spiegare questi concetti, nei miei tanti contenuti, sia qui sul blog che sui Social, ma mi rendo conto che spesso è fiato sprecato.

Noi in Italia non abbiamo affatto una cultura fisica, sportiva, noi abbiamo la cultura del ficcare le gambe sotto la tavola! Altro che sport. La maggior parte degli “sportivi” italici, sono quelli esperti di fuorigioco e champions league… dal divano… con le birre in mano.

Anzi, è molto più facile che gli utenti del popolo fitness, vengano spesso quasi derisi, o etichettati come fissati.

Ora, al di là degli obiettivi personali più o meno specifici, in giro, anche nelle nuove generazioni, vedo totale disinteresse verso la cura del proprio corpo e soprattutto verso una cultura alimentare decente. I principali interessi sono aperitivi, mode idiote, stravizi… e naturalmente, tutto ciò non fa altro che rispecchiarsi sul proprio aspetto e sulla propria salute.

Infatti, dobbiamo purtroppo renderci conto che le statistiche su sovrappeso e obesità, proprio nel nostro paese, sono sempre più disastrose, ogni anno che passa. Per non parlare di quelle sull’obesità infantile (da anni abbiamo raggiunto il triste primato, di avere i bambini più obesi d’Europa).

Ma del resto, basterebbe buttare un occhio sulle spiagge italiane, per rendersi conto da soli della situazione generale.

Però oggi non lo puoi più dire. Oggi c’è il politically correct… oggi c’è la body positivity… dove bisogna accettarsi sempre e comunque per come si è, anche quando la propria condizione dice che sei palesemente a rischio salute.

Tra l’altro, quello della body positivity è un concetto che è stato completamente travisato. Il suo scopo era quello di promuovere l’accettazione e l’amore per il proprio corpo, accettando i propri difetti di qualsiasi natura. Per combattere quindi la discriminazione e i vari stereotipi di bellezza irrealistici. Da quello però siamo passati ad un vero e proprio sdoganamento dell’obesità, quasi a farne un vanto.

La body positivity è nata per normalizzare i corpi, non l’obesità, ma ognuno capisce ciò che gli fa comodo.

Un conto è “non giudicare il corpo di un obeso”, un altro è dire ad un obeso “rimani così”. Questo è ciò che la gente deve capire ed è qualcosa che sta facendo danni incalcolabili.

Simo arrivati ad un vero e proprio punto di non ritorno, una discesa inarrestabile verso il vomitevole dannato incubo perbenista che mai come oggi sta sfuggendo di mano, in tutti i contesti. E non ne usciamo più da questa piega moralista, soprattutto in Occidente.

E così, dalla cultura fisica dell’antica Grecia, oggi siamo arrivati a questo…

curvy e politically correct

Allo sdoganamento dell’obesità appunto, nascosto sotto la veste del cosiddetto ideale “curvy”, una nevrosi che si propone di curare un’altra nevrosi che da sempre tiene in ostaggio passerelle e adolescenti: IL MODELLO ANORESSICO. Entrambi riflessi di stili di vita spesso avvelenati da disagio e fragilità. In entrambi i casi, le due categorie sono unite da un unico comune denominatore: pessimi esempi di salute e di stili di vita.

Anche perché, nella maggior parte dei casi, vengono definite “curvy”, ma si tratta di persone che sono in lampante sovrappeso, senza se e senza ma. Ed è solo un modo per negare le evidenze, nascondendo e/o accantonando anche delle problematiche evidenti.

E il fatto che ci siano molte persone pronte a definire la ragazza in foto come nella norma, o normopeso, e senza indici di rischio aumentati, significa che c’è un enorme problema di percezione del rischio, nonché, di immagine distorta e di mancanza di corretta informazione. Là fuori si tende a pensare che “obesità” significhi soltanto il modello extralarge all’americana.

Bisogna invece ricordare che al 30-32% di massa grassa si è tecnicamente obesi, così come con un valore BMI da 30 in su. Con tutti i rischi e le problematiche annesse a questa condizione. Perché, ancora una volta, in questo caso stiamo parlando di SALUTE, non di estetica.

La cultura del corpo, dovrebbe essere considerata un elemento fondamentale della Salute Dinamica del soggetto, che non è rappresentata solo dall’assenza di patologie, ma da un vero e proprio Stile di Vita della persona stessa, integrata nel suo ambiente naturale e sociale.

Dovremmo fare in modo, tramite un’accurata Prevenzione ed Educazione (fisica e alimentare), che i futuri anziani si presentino alla vita più sani e meno patologici (ammalati). Potenziando (e/o migliorando) il sistema immunitario e tante altre variabili del corpo umano, come la densità ossea, la sensibilità insulinica, l’affinità col glucosio, nonché l’autostima.

In questo modo è possible prevenire tutte quelle patologie che sono derivanti da uno stile di vita sedentario ed errato e che tutti ormai conosciamo fin troppo bene (diabete, sindrome metabolica, patologie cardiovascolari, ipertensione, osteoporosi, ecc.).

La cultura fisica non dovrebbe rappresentare soltanto uno sfoggio di vanità (lo è anche, per carità) ma dovrebbe essere vista come un modo di essere, un modo per apprezzare il proprio corpo, curando sì l’estetica, ma anche e soprattutto la propria mente. Un qualcosa che ci allontana dalle cose negative, proiettandoci verso uno stile di vita più sano, quando questo rimane in un corretto equilibrio.

Il termine CULTURA (in generale e nello specifico) oggi, purtroppo, è stato sempre più dimenticato e svilito. Così come l’amore per sé stessi, per il proprio corpo, per la vita. Non ci si ama più e non si ama più realmente quello che si fa, in modo sano. Al contrario ci sono forse, purtroppo, troppi eccessi negativi (doping, apparenza, invidia, social utilizzati male ecc.).

Mangiare sano, fare attività fisica, apprezzare/rispettare il proprio corpo, significa volersi bene.

Ed ecco perché il titolo di questo post parla di “cultura fisica e alimentare”.

Sport, corretta alimentazione e integrazione

Alla base di tutto questo quindi, oltre ad un allenamento programmato e personalizzato, ci dev’essere anche una corretta alimentazione quotidiana, equilibrata, sportiva e altrettanto personalizzata, che potrà arrivare ad essere tanto più impeccabile, quanto poi saranno specifici i risultati che si vorranno ottenere. Bisognerà quindi imparare a calcolare innanzitutto i propri fabbisogni giornalieri, a tracciare tutto ciò che si introduce nei vari pasti, a scegliere alimenti di qualità (cibo vero e sano) e a gestire le calorie e i macronutrienti.

Una dieta equilibrata, di base, deve assicurare apporti adeguati di tutti i macro e micronutrienti, comprese quindi le preziosissime vitamine e i sali minerali. Lo scopo è quello di soddisfare le richieste dell’organismo per il mantenimento di un buono stato di salute fisica e psichica e naturalmente per il compimento di esercizi fisici e allenamenti mirati, in sintonia con le condizioni di vita del soggetto.

Per questa ragione, ricorrere alla somministrazione di integratori alimentari, in alcuni casi potrebbe essere superfluo, mentre in altri potrebbe fare un’enorme differenza.

L’importante è seguire sempre ciò che ci dice la scienza, in merito agli integratori presenti sul mercato, imparando fin da subito a distinguere e selezionare quelli utili, che presentano forti evidenze scientifiche a supporto, da quelli inutili o addirittura potenzialmente dannosi. Consiglio la lettura approfondita di questo articolo.

Negli ultimi decenni purtroppo, le abitudini alimentari si sono profondamente modificate e attualmente, la dieta di tantissime persone, è ricca dal punto di vista calorico, ma per motivi legati anche ai sistemi di coltivazione, all’eccessiva raffinazione, ai metodi di conservazione e di cottura (e comunque anche per l’attività fisica intensa), si è impoverita di importanti nutrienti, come ad esempio, le vitamine, gli oligoelementi, o alcuni aminoacidi essenziali. Tali carenze, alla lunga, possono compromettere la performance e il rendimento di uno sportivo.

I fabbisogni energetici di carboidrati e grassi, per chi pratica attività fisica, nella quale ovviamente rientra anche il nostro amato Bodybuilding, sono di circa il 20% superiori, rispetto a quelli di una persona sedentaria (poi logicamente, dipende dall’intensità e dalla frequenza di allenamento!).

Anche il fabbisogno proteico dello sportivo, non potrà di certo essere paragonabile a quello di un soggetto sedentario! Mentre per quanto riguarda i fabbisogni di vitamine e sali minerali, possono arrivare ad essere anche da 2 a 4 volte superiori.

Per non commettere errori ed evitare quindi eventuali carenze, si dovrebbe, in teoria, assumere una quantità di cibo doppia o tripla, rispetto a quella normale, con il pericolo però di andare incontro ad effetti indesiderati, sia a livello digestivo, intestinale e sia per ciò che riguarda un eventuale aumento incontrollato di peso, più che altro nei confronti della massa grassa.

L’integrazione alimentare, con un calibrato apporto esogeno ad esempio di aminoacidi, proteine, sali minerali, oligoelementi, vitamine e in certi casi anche carboidrati, può essere la risposta razionale a queste esigenze, che si rende necessaria per raggiungere la forma fisica ottimale e mantenerla, senza affaticare troppo l’organismo, specie in presenza di particolari condizioni climatiche o in condizioni di incrementata richiesta energetica, come avviene nell’esercizio fisico prolungato ed intenso.

Per un atleta di livello, può essere opportuno combinare nel migliore dei modi, la normale alimentazione quotidiana, supplementando con integratori alimentari, sia nel momento dell’allenamento, che in quello che precede la competizione (eventuale pre-workout), come pure durante (intraworkout) e dopo la gara (post-workout), nel contesto di un programma nutrizionale, che sia in grado di migliorare sia la forma che la resistenza.

I pasti pre e post workout, per l’utente medio, amatoriale, che si allena le classiche 3-4 volte a settimana, hanno invece un’importanza decisamente marginale e non sono certo quelli a fare la differenza nel programma. Ma lo farà la corretta gestione del bilancio calorico giornaliero e settimanale e il farsi il culo negli allenamenti, in base alle proprie possibilità/potenzialità. Attenzione, questo non significa che gli integratori siano inutili in generale per loro! Rileggi l’articolo sugli integratori.

Gli integratori alimentari, pur non configurandosi come “medicamenti”, vanno comunque assunti con regolarità e buonsenso, scegliendo tra quelli che offrono le più ampie garanzie di purezza e di qualità, rispettando dosaggi e fabbisogni, consultando possibilmente la letteratura scientifica, come già spiegato in precedenza, oppure rivolgendosi ad un professionista specializzato nella nutrizione sportiva, così da ottenere il massimo dei benefici ed evitare abusi e rischi. Troppi ragazzi invece, li utilizzano in maniera del tutto casuale.

Dipende da te…

Ricorda che è proprio il modo in cui vivi a determinare quello che sei! Si chiama appunto Stile di Vita ed è ciò che decide direttamente e indirettamente il tuo futuro. Se vuoi aumentare il tuo livello di salute e benessere devi imparare a vivere, non a sopravvivere.

Per stile di vita, si intende non solo come si mangia e come ci si allena, ma anche come ci si comporta nell’arco della propria giornata. Abitudini, orari, vizi, quantità e qualità del sonno, modo di pensare, modo di affrontare le situazioni ecc.

ritmi circadiani ad esempio, sono di fondamentale importanza ed essi non sono democratici, ma dipendono unicamente dai cicli del giorno e della notte. Anche se ti hanno detto che ti adatti ecc., non è proprio così che funziona. Ricorda quindi che se per qualsiasi ragione, salti il sonno notturno, stai creando uno stress enorme per l’organismo, che difficilmente potrà essere compensato.

Non credo poi che ci sia bisogno di approfondire ulteriormente sui danni da vizi e stravizi come fumo e alcol, perché altrimenti sarebbe inutile parlare di cultura fisica, di dieta, di stile di vita e di tutto ciò di cui abbiamo parlato finora, se già il peggio del peggio facesse parte della tua vita…

E dunque quando vivi, pensi, ti muovi, ti alleni e ti alimenti nella maniera giusta, tutto arriva da sé.

La gente perde così tanto tempo e lamentarsi e cercare scuse… ma se quello stesso tempo lo dedicasse ad esempio a qualche allenamento in più, a muoversi di più e a gestire meglio la propria alimentazione, sarebbero tutti molto più belli, prestanti, sani e felici.

Lascia pure il tuo commento qua sotto e condividi l’articolo.

2 commenti su “Cultura fisica e alimentare: quello che manca nella nostra società”

  1. ciao
    ho letto alcuni post e mi sembrano interessanti.
    Volevo chiederti quale, secondo te dovrebbe essere la mia alimentazione e quale il mio allenamento.Ho 23 anni sono alto 1,72 e peso 60 kg. Inoltre la mia bilancia, che è analizzatrice,dice che ho il 10,8% di grasso e 46,8% di massa magra.

    1. Ciao e grazie per l’interesse innanzitutto!
      Partiamo dal presupposto che le bilance impedenziometriche non sono strumenti attendibili (soprattutto quelle casalinghe), ipotizzando cmq che il dato sia reale, posso dire che sicuramente sarebbe una percentuale di massa grassa da sportivo.

      Per il resto, direi che dipende dal tipo di risultati che vuoi ottenere e dal tuo livello attuale. Mi sembra di capire che sei un neofita (principiante). Comunque le variabili sono parecchie. Dipende da quante volte alla settimana, hai intenzione e tempo di allenarti… Se il tuo metabolismo tende ad accumulare o fa più fatica. Come reagisce la tua struttura agli stimoli ecc. ecc. Il mio consiglio è di porti un obiettivo su ciò che vuoi ottenere e di conseguenza, preparare un piano d’azione efficace.

      L’alimentazione deve essere bilanciata, sia dal punto di vista delle calorie che per i macronutrienti. Ricordati che i carboidrati sono il carburante principalmente che utilizzi per allenarti. Assicurati di avere un adeguato apporto di proteine.

      Allenamento anche qui, si va dalle canoniche 3 volte a settimana, ma si può arrivare anche ad allenarsi 5-6 giorni a settimana, per chi se lo può permettere (non molti in realtà…), suddividendo ovviamente i gruppi muscolari in giorni diversi e facendo attenzione a recuperare bene. Argomento trattato qui: Quanti allenamenti a settimana in palestra?

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      Dai un’occhiata ai link che ti ho messo e continua a seguirmi!

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